“Nell’arco delle ultime esperienze di lavoro della compagnia ho incontrato alcune persone che vivono l’arte non come ‘mestiere’, ma come esperienza fondamentale per la loro stessa sopravvivenza. Per queste persone l’espressione artistica non è un lavoro, una routine, ma una necessità di vita.
Ora, in questo spettacolo, ho voluto creare un incontro fra due popoli di ‘barboni’: noi della compagnia (io, Pepe, Gustavo, Lucia, Pierino, Elena, Simone… persone che seguono il nostro lavoro da diverso tempo) che da sempre, per indole, per scelta o per vocazione (o per tutte queste cose insieme) viviamo un po’ ai margini di quello che è tutto il movimento teatrale italiano, portando avanti un discorso esclusivamente poetico e artistico totalmente fuori da discorsi di politica, scambio mercato o altro, e i ‘barboni’ che ho incontrato (Bobò, Mr. Puma, Armando…) con cui si è creato un legame, una poesia…
Ecco, riunire queste esperienze e raccontare di quelle persone che, come barboni (e come noi), vivono l’arte come unica ragione per essere, per avere un’identità, per vivere…”.
Pippo Delbono